Partiamo da una notizia:
http://it.ibtimes.com/supercomputer-impiega-40-minuti-calcolare-un-secondo-dellattivita-del-cervello-umano-1346319
Se volessi riassumere la notizia in un brevissimo sunto direi:
Il quarto calcolatore (computer) piu’ potente al mondo e’ riuscito ad elaborare in 40 minuti quello che il cervello umano elabora in un secondo.
Vari studiosi e società pensano che in una decade si riuscirà a parificare i tempi tra essere umano e calcolatori.

Solo 10 anni!? Questo può fare abbastanza paura, perchè in un tempo così breve (più breve che ottenere una Olimpiade nella propria città o un Mondiale di calcio nel proprio Paese) avremo un calcolatore che potrà riprodurre la nostra stessa velocità di assorbimento ed elaborazione di informazioni.
Da qua a pensare di avere qualcosa che possa mettere in pensione il genere umano (ed il suo cervello) ce ne vuole, anche perché quì non si sta parlando di intelligenza o intelligenza artificiale, ma si sta parlando di capacità di calcolo.
Per creare una similitudine piuttosto semplice, sarebbe come dire che se avessimo un forno a legna di stessa qualità di quello di una pizzeria e potessimo avere tutti gli ingredienti del pizzaiolo questo non ci renderebbe automaticamente pizzaioli.

Dopo questo respiro di sollievo, possiamo dire che siamo ancora in sella di questo pianeta in qualità di “conduttore”, non ci sono ominidi con rumorosi cingoli dietro la finestra per sottometterci ed il nostro computer non è ancora in grado di “risucchiarci” dentro l’Internet attraverso una porta USB.

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Persona “risucchiata” da un computer

Sì, siamo ancora in sella, non ci “risucchiano” da nessuna parte ma dobbiamo preoccuparci? Possiamo davvero perdere il primato di intelligenza del pianeta?

Forse questa è una domanda troppo grande per chi come me non è uno scienziato o uno studioso in materie futuristiche, ma per aiutarci potremmo ancora servirci dell’esempio del pizzaiolo.
Se ci fosse solo una persona ad ottenere il “kit del perfetto pizzaiolo” avremmo poche possibilità che questo ci riesca.

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Aspiranti pizzaioli

Cosa succederebbe se questo kit lo avessero in 100mila aspiranti pizzaioli? Di sicuro alcuni di loro riuscirebbero nell’intento.
Allo stesso modo, quando questi potenti calcolatori (che attualmente sono chiamati super-computer) saranno a disposizione di migliaia di sviluppatori, appassionati e gente comune, cosa succederà?
Siamo sicuri che qualcuno non utilizzerà questa intelligenza artificiale nei modi più disparati e pericolosi? Allo stesso modo di come nessuno vorrebbe che tutti quelli che hanno una pistola o un fucile abbiamo la bomba atomica, credo che non si dovrebbe arrivare al punto dove ognuno possa riprodurre tutte le capacità umane di calcolo ed eventualmente generare un potente essere intelligente fatto di cavi.
Il rischio di pericolose derive è troppo alto.

Paura. Parlavo con un carissimo amico delle potenzialità del cervello umano. Lui ritiene che ne utilizziamo solo una parte e quando impareremo ad utilizzarlo meglio potremmo fare cose che ora ci sembrano uscite da un film di fantascienza. Sono d’accordo con lui, il futuro potrebbe riservare sorprese incredibili sotto quel punto di vista. Dal mio canto aggiungo che non solo potremmo rendere reali cose che ora potrebbero sembrare prodigi, ma sfruttare di più il nostro cervello potrebbe anche spingerci verso un livello di virtù più alto, ed anche questo non è un fattore trascurabile.
Al momento, come genere umano, siamo già capaci di donare la vita al di fuori delle possibilità offerte da Madre Natura. Ci abbiamo messo centinaia di migliaia di anni per arrivare quì, nel bene e nel male. Ora, la domanda è una, siamo pronti a donare l’intelligenza e la coscienza ad un altro essere?

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Scienziato ambizioso insieme al risultato della sua ambizione

Che questo “essere” venga dal regno animale o che sia un computer, sarà comunque un fatto che segnerà un punto di non ritorno, un nuovo Io nell’Universo. Cavoli, forse entreremo a far parte di una cerchia più ristretta di esseri intelligenti capaci di donare a loro volta intelligenza, ma siamo pronti? No, non lo siamo, direi che siamo schifosamante lontani da un punto di vista “umano” per trasferire tutto ciò.
Tutto questo non sarà un problema fino a quando non avremo le capacità tecniche di farlo… ma quì che la cosa si complica. A mio giudizio, non saremo pronti a trasferire intelligenza ad un altro essere fino a quando non passeremo ad un livello superiore di virtù (o qualsiasi termine che vi faccia pensare a qualcosa di alto e nobile), e forse per questo ci vorranno secoli.

Con un altro parallelo, sarebbe come dire che in un tempo relativamente breve potremmo consegnare la chiave di un camion ad un bimbo di tre anni. È davvero questo il futuro che ci aspetta? Se fosse davvero così, spero tanto di non esserci in quella strada con quel camion in giro, spero tanto di non vedere spezzata quella catena di collaborazioni umano-scientifiche che è la storia stessa del genere umano.
Spero tanto di non vedere un ambizioso, immorale o spregiudicato moderno dottor Frankenstein installare la scintilla della vita in un essere intelligente. Potrebbe tanto essere l’inizio di una di quelle storie che cominciano così: il declino del genere umano cominciò quando le macchine si scoprirono più intelligenti e forti degli umani, o ancora peggio, un giorno le macchine scoprirono di essere diventate le vere depositarie delle umane virtù, molto più degli umani stessi.

Spero tanto di non leggere mai quella storia.

Il Principe